Sala 11 Galleria delle Sfingi

Sala 11 Galleria delle Sfingi – Palazzo Calini ai Fiumi

 

Dalla porta destra della parete posta di fronte allo scalone si accede alla Galleria delle Sfingi, dipinta tra il 1781 e il 1782 con quadrature di Giuseppe Reina e con inserti figurati realizzati da Pietro Scalvini su disegno di Giovanni Manfredini, padre di Giuseppe. Le scene mitologiche rappresentate nei diversi riquadri delle pareti e della volta sono tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

Le pareti maggiori, aperte sulla destra da finestre rivolte verso il cortile e sulla sinistra da porte che conducono alle sale laterali, sono dipinte con specchiature intervallate da lesene con fusti scanalati in marmo rosa e capitelli corinzi; le specchiature di dimensioni minori, chiuse entro cornice dorata, superficie in verde chiaro e modanatura monocroma con festone di foglie, sono dipinte a monocromo con candelabre o con panoplie d’armi; le specchiature maggiori, poste tra quelle in monocromo, sono invece dipinte con motivi a candelabra policromi, composti da girali e foglie d’acanto, vasi e cartiglio contenente una cornice raffigurante un soggetto mitologico (Pan e la ninfa Siringa; Cupido; Giove e Semele; Giunone in sembianze di Beroe e Semele). Lo schema distributivo delle lesene e delle specchiature non è stato studiato per adattarsi alla presenza delle diverse aperture, che nel caso delle porte del lato sinistro determina il taglio e l’interruzione del motivo decorativo. La zoccolatura delle pareti maggiori finge la presenza di marmi rossi con inserti in marmi verdi; gli inserti circolari contengono un fiore dipinto in giallo chiaro, mentre quelli rettangolari presentano un festone vegetale sorretto alle estremità da nastri. Il fregio che corre all’altezza dei capitelli è dipinto in giallo e contiene inserti con foglie e bacche di alloro, legati al centro da nastri dorati. Il cornicione che separa le pareti dalla volta è invece composto da modanature in finto marmo e oro, scolpite con diversi motivi di ispirazione classica.

Le pareti minori sono occupate quasi interamente dalla porta a doppia anta; ai lati delle porte sono dipinte una colonna e una lesena angolare, mentre nella parte superiore si trova una soprapporta a lunetta, ornata da festoni di fiori. La lunetta sopra la porta che immette al vano dello scalone rappresenta Mercurio e il pastore Batto, mentre nella lunetta al capo opposto della galleria vi sono Giove, Giunone e Io, trasformata in una giovenca.

La volta a botte ribassata è dipinta con soggetti, decorazioni e colori che riprendono quelli delle pareti, creando un insieme armonico e uniforme. Le lunette alle estremità della volta si caratterizzano per la presenza di un medaglione circolare con scena mitologica in monocromo, sostenuto da una coppia di sfingi. Il medaglione verso lo scalone rappresenta la punizione di Prometeo, mentre sul lato opposto vi è l’episodio di Giove e Callisto. La lunetta si allunga in un’unghia triangolare, suddivisa in tre riquadri con decori policromi a conchiglia, racemi vegetali e testa femminile (quella verso lo scalone è oggi illeggibile) circondata da foglie di palma. La lunga copertura della galleria è suddivisa dalla quadratura architettonica in tre parti; le campate alle due estremità sono attraversate da un arco cassettonato e sono decorate da conchiglie e specchiature con girali d’acanto. La zona centrale è dominata da una finta cupola a cassettoni, con cornicione di base sostenuto da mensole ornate da testine femminili. Intorno alla cupola vi sono quattro medaglioni: quelli appoggiati al cornicione delle pareti hanno una cornice ovale posta tra due creature femminili con braccia a forma di ali di farfalla e con coda a foglie d’acanto, e raffigurano Giove e Diana e il Ratto di Europa. Gli altri due medaglioni sono racchiusi entro una ghirlanda dorata di fiori e nastri, a sua volta incastonata tra una coppia di torciere, da cui fuoriescono aquile, circondate da rami di alloro e girali d’acanto. I soggetti raffigurati sono Giove e Leda e il Ratto di Ganimede. Completano la decorazione della volta candelabre policrome, festoni di rose e festoni di frutti dorati.

Stefania Cretella

 
Datazione: da: 1781 a: 1782
 
Bibliografia

Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 3: Il Cinquecento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1974, pp. 128, 131; Maurizio Mondini, Carlo Zani, La decorazione di Palazzo Calini in Brescia tra rococò e neoclassicismo, in “Dai Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia. Studi e notizie”, n. 2, 1986, pp. 49 (fig. 2), 52 (fig. 7), 54 (fig. 9), 55-56; Bernardo Falconi, Brescia. L’estro della decorazione neoclassica e romantica (1780-1862), in Fernando Mazzocca (a cura di), Ottocento lombardo. Arti e decorazione, Skira, Milano 2006, p. 181; Valentino Volta, Palazzo Calini ai Fiumi, in Valentino Volta (a cura di), La cittadella degli Studi: chiostri e palazzi dell’Università di Brescia, Jaca Book, Milano 2006, pp. 77, 80-81;

Stefania Cretella, Università degli Studi di Brescia, facoltà di Giurisprudenza, già palazzo Calini ai Fiumi, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 326.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Calini ai Fiumi, ora Università di Brescia, Facoltà di Giurisprudenza
Brescia

Elenco immagini:

Pietro Scalvini e Giuseppe Reina, Decorazione della Galleria, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Punizione di Prometeo, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Giove e Callisto, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Mercurio e il pastore Batto, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Giove, Giunone e Io, 1781-1782


 

Pietro Scalvini e Giuseppe Reina, Dettaglio della parete occidentale con medaglione raffigurante Pan e Siringa, 1781-1782


 

Pietro Scalvini e Giuseppe Reina, Decorazione della volta, 1781-1782


 

Giuseppe Reina, Particolare della volta, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Danae, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Ratto di Europa, 1781-1782


 

Pietro Scalvini, Leda e il cigno, 1781-1782