Villa Foscari detta “La Malcontenta” a Mira

Villa Foscari detta “La Malcontenta” a Mira




Città:
Verona

Provenienza:
Villa Foscari detta “La Malcontenta” a Mira

Autore:
Giovanni Battista Zelotti

Titolo:

Concerto inv. 1586-1B326

Tecnica e misure:
pittura murale staccata, 233x262 cm

Ubicazione:
Museo di Castelvecchio

Restauri:

1969-1979 Giovanni Pedrocco
2007 Alessandra Cottone (Regione del Veneto)

Strappato nel corso dell’Ottocento e trasportato su tela, il Concerto di Giovanni Battista Zelotti (fig.1) afferiva al ciclo di pittura murale realizzato dall’artista, insieme al collega Battista Franco, presso villa Foscari “La Malcontenta” a Mira, straordinaria architettura commissionata da Luigi Foscari ad Andrea Palladio prima del 1560 (Turri 2018, p. 155). Sebbene non sia nota la precisa data di realizzazione dell’opera pittorica, oggi conservata nelle collezioni civiche veronesi, è possibile inquadrare il torno d’anni di realizzazione della pittura di Zelotti nel primo quinquennio degli anni Sessanta, grazie alle indicazioni di Giorgio Vasari, che nel 1566 testimonia la conclusione del lavoro di decorazione della villa.
La villa, nella seconda metà dell’Ottocento, era divenuta proprietà della famiglia Matteazzi che promosse una campagna di scialbo delle pareti decorate e, in qualche caso, di rimozione degli affreschi conservati nell’edificio palladiano (Marinelli 1980, p. 227). Il Concerto fu quindi acquistato dal collezionista veronese Cesare Bernasconi, il quale lo donò, nel 1863, al Museo civico di Verona con una prima attribuzione a Paolo Veronese. Come ricorda Carlo Ridolfi, la pittura faceva parte della decorazione della sala di Bacco, dove si trovavano altri due partimenti dipinti raffiguranti, rispettivamente, sulle pareti laterali il Sacrificio di Bacco e due paesaggi e, sul soffitto, un tondo con Bacco, Cerere e Venere (Ridolfi 1924, p. 381). Furono Morelli e Berenson a ricondurre l’opera a Giambattista Zelotti, dopo lo studio approfondito degli aspetti stilistici e conservativi del manufatto. Nel 1967, infatti, era emerso, da un’indagine realizzata sulla superficie dell’opera mediante l’uso della luce radente e testimoniata dall’esistenza di una fotografia oggi perduta (Archivio del museo Cavalcaselle, scheda opera), che la pittura era stata rintelaiata “rovesciata”, mantenendo la raffigurazione in negativo, come avviene di consuetudine staccando un affresco dalla parete. L’incisione compiuta sull’intonaco per riportare il disegno, infatti, risultava in rilievo sulla tela di riporto (Marinelli 1980, p. 227). Il restauro compiuto da Giovanni Pedrocco, concluso nel 1979, fu essenziale per completare il trasporto dell’opera e riportare in luce l’originale recto della pellicola pittorica.

Giulia Adami



Bibliografia:

Ridolfi, Le maraviglie dell’arte, 1924, p. 381; L. Crosato Larcher, Gli affreschi nelle ville venete del Cinquecento, Treviso 1962, p. 136; L. Crosato Larcher, Postille alla lettura del ciclo della Malcontenta dopo il restauro, in «Arte Veneta», XXXIII, 1979, p. 223; S. Marinelli, Battista Zelotti, Scena di concerto in Palladio e Verona, catalogo della mostra, Palazzo della Gran Guardia 3 agosto – 5 novembre 1980, Vicenza 1980, p. 227, n. VIII,28.; I. Turri, scheda in Museo di Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, II, Cinisello Balsamo 2018, p .155.



Elenco immagini:

1. Giovanni Battista Zelotti, Concerto