Palazzo Petrozzani

Palazzo Petrozzani




Città:
Mantova

Provenienza:
Mantova, palazzo Petrozzani (fino al 1939); Mantova, palazzo Ducale (dal 1939 al 2002); Mantova, palazzo di San Sebastiano (dal 2002).

Autore:
Attribuito a Ludovico Dondi

Titolo:

Copia dai Trionfi di Cesare

Tecnica e misure:
pittura murale strappata e montata su pannelli, 162x157,5 cm; 162x148 cm; 162x144 cm; 162x144 cm; 162x131 cm; 162x144 cm; 162x144 cm; 162x149,5 cm; 162x136,5 cm.

Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale

Inventario:
inv. statale 740-748

Restauri:

1938-1939 data di stacco, estrattista ignoto
1939 restauro di Arturo Raffaldini e Franco Steffanoni (Barbacci, Giannantoni 1939)
1972 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, anno finanziario 1971, Spese per il restauro, pos. 3 rend., Cap. 2546)

Il nucleo di pitture murali è il frutto di un imponente intervento di strappo eseguito tra il 1938 e il 1939 presso il mantovano Palazzo Petrozzani, sito in via Mazzini 16. Il gruppo include, oltre ai nove pannelli con le copie dei Trionfi di Andrea Mantegna, quattro riquadri con gli stemmi di famiglie mantovane (Pozzo, Della Torre, Masinelli e Petrozzani – cat. 271-273) e una raffigurazione della Carità staccata dalla sala delle Virtù sempre di Palazzo Petrozzani (cat. 269-270).
Fu l’accademico Alessandro Luzio a segnalare per primo nel 1938 l’esistenza del ciclo di affreschi sulle pagine della “Nuova Antologia” in un saggio, ripreso quasi integralmente sulla “Voce di Mantova” del 24 luglio 1938 e ampliato nella pubblicazione del 1940 curata dalla Regia Accademia d’Italia; sulla base di tale segnalazione, Prassitele Piccinini, sollecitato dalle autorità cittadine, decise di finanziare sia i lavori di distacco che di restauro (affidati ai pittori Raffaldini e Stefanoni), acquistando gli affreschi dalla società immobiliare che possedeva il palazzo per donarli allo Stato affinché fossero esposti nel Museo di Palazzo Ducale (Pisani 2006). Nel marzo del 1939, i lacerti provenienti dalla dimora Petrozzani vennero consegnati a Palazzo Ducale.
Le raffigurazioni dei nove frammenti – copie dei celebri Trionfi di Cesare ora ad Hampton Court – ripropongono la serie completa degli episodi ideati dal Mantegna a formare il corteo trionfale che accompagna il carro di Giulio Cesare vincitore sulle Gallie: I. Trombettieri e portatori di insegne e di vessilli; II. Trofei e macchine belliche; III. Carri con trofei d’armi e portatori del bottino; IV. Portatori del bottino, tori sacrificali e trombettieri; V. Trombettieri, tori sacrificali ed elefanti; VI. Portatori del bottino, di trofei e di armature reali; VII. Prigionieri, buffoni e portatori di insegne; VIII. Musici e portatori di insegne; IX Giulio Cesare sul carro trionfale.
Come riportato da Gianna Suitner, piuttosto complesso risulta il tentativo di ricostruire la collocazione originale dei Trionfi, soprattutto in relazione alla situazione della Sala delle Virtù in Palazzo Petrozzani (fig.10): se, infatti, il tema dominante del ciclo pittorico del Palazzo, individuato ed eletto da Tullo Petrozzani come fulcro e nucleo principale dei locali d’abitazione suoi e della sua famiglia nella seconda metà del XVII secolo, era costituito dalle Virtù teologali e cardinali – così come risulta dagli studi condotti da Dino Nicolini e dal Laboratorio di Restauro Billoni-Negri di Borgoforte negli anni Ottanta del secolo scorso, nonché dall’esaustiva lettura della studiosa sopra citata – poco chiara appare la collocazione dei Trionfi, sempre concordemente considerati provenienti da quello stesso luogo; così come riporta Suitner, in effetti, «il problema si presenta di non semplice soluzione: innanzitutto perché durante i lavori di pulitura degli affreschi di Palazzo Petrozzani non sono emersi quei segni rivelatori di strappo che dovrebbero confermare l’originaria collocazione dei nove riquadri; in secondo luogo perché il ciclo delle Virtù e la decorazione della sala non lasciano spazio per ospitare nove pannelli di cm 160 x 150, senza considerare i riquadri del fregio che dovevano completare la decorazione dei trionfi» (Suitner 1986, p. 27; cfr. anche Suitner 1989, pp. 250-251). I nove riquadri devono quindi provenire da un’altra sala del Palazzo; ma è interessante ricordare come, con lo strappo degli anni Trenta, vadano comunque perdute alcune figure allegoriche del salone che affaccia su via Mazzini, impedendo quindi una lettura completa ed esaustiva del programma decorativo e iconografico dell’ambiente (L’Occaso 2011).
Scoperti casualmente, come già detto, sotto uno strato di intonaco, gli affreschi furono strappati nel 1938; la rimozione del fregio dalle pareti fu determinata dal precario stato di conservazione dei dipinti, che in effetti si trovavano all’interno di «un modesto appartamento d’abitazione», dove «col fumo delle cucine e delle candele i dipinti andavano sempre più deperendo» (Barbacci, Giannantoni 1939, p. 618). Operato lo strappo, le pitture murali furono sottoposte a quello che fu definito, da una cronaca contemporanea, un «intelligente restauro archeologico» (La copia del Trionfi mantegneschi…, p. 16), vòlto a preservare la delicatissima superficie pittorica; le pitture furono quindi riportate su tela, ripulite e integrate con tinte a stucco nelle parti lacunose; la stessa cronaca riportava, inoltre, che gli affreschi rivelavano ancora «il reticolo tracciato con l’intento preciso di attenersi scrupolosamente alle proporzioni del disegno originale (tolto forse dalle ottime stampe dei “Trionfi” già diffuse in quel tempo)» (Ivi, p. 19).
Il ciclo, trasportato immediatamente dopo lo strappo nel Palazzo Ducale, quasi “a sostituzione” degli originali mantegneschi oggi in Inghilterra (Barbacci 1939, p. 9), subì un secondo intervento conservativo nel 1972, ad opera di Assirto Coffani; le pitture murali, così come si evince dalla lettura della relazione di restauro preventiva, versavano in condizioni piuttosto precarie, a causa delle quali i dipinti erano stati probabilmente spostati in un deposito e preservati dall’esposizione al pubblico: «I pannelli si presentano oggi assai alterati; la superficie pittorica è sollevata in più parti dal suo supporto e vi si notano annerimenti di muffe, dovuti ai procedimenti adottati nel trasportare gli affreschi su tele» (doc. 1). 2.200 lire furono quindi stanziate per completare le operazioni di restauro, che compresero, oltre alla pulitura della superficie pittorica e alla rimozione delle ridipinture, la sostituzione della foderatura, il riporto dei pannelli su telai rigidi in metallo e il restauro pittorico delle lacune. Una serie di fotografie storiche, acquisite dopo il suddetto restauro, documenta l’operazione (figg. 2-10).
Nonostante alcune lacune che tuttavia non compromettono la lettura complessiva del ciclo, le pitture si presentano oggi in condizioni conservative discrete, così come registrato, ad esempio, da Chiara Pisani nella scheda di catalogo per la mostra del 2006 Mantegna a Mantova 1460-1506: «Le opere si presentano in condizioni discrete, sebbene in tutte le scene si riscontrino diffuse cadute di colore, abrasioni e lacune che non sempre permettono una lettura nitida dei singoli particolari. Le lacune più estese, riguardanti i pannelli IV e V, vedono la perdita completa della superficie dipinta in un’ampia sezione della zona inferiore» (Pisani 2006, p. 118).

Elisa Perina



Documenti:

Doc.1
Mantova (s.d.), Relazione di restauro preventiva, firmata dal Soprintendente Giovanni Paccagnini

Restauro di n.9 pannelli dipinti ad affresco, raffiguranti il Trionfo di Cesare, copia da Andrea Mantegna, eseguiti nei primi anni del sec. XVII; superficie complessiva da restaurare mq. 24 (m. 1,70×1,60 c. ogni pannello). Operazioni da eseguire: sostituzione della foderatura, riporto dei pannelli su telai rigidi in metallo, pulitura della superficie pittorica, rimozione di ridipinture, restauro pittorico delle lacune. Spesa complessiva per le suddette operazioni: L. 2200. Relazione: i nove pannelli di cui si propone il restauro, raffiguranti il Trionfo di Cesare, sono una copia dei primi del Seicento della celebre serie mantegnesca conservata ora ad Hampton Court. Gli affreschi, venuti in luce in un palazzo mantovano, furono rimossi dalle pareti dell’ambiente in cui si trovavano e donati nel 1938 al Museo del Palazzo Ducale. I pannelli si presentano oggi assai alterati; la superficie pittorica è sollevata in più parti dal suo supporto e vi si notano annerimenti di muffe, dovuti ai procedimenti adottati nel trasportare gli affreschi su tele. Occorre pertanto intervenire con le operazioni suindicate in maniera da poter nuovamente esporre i pannelli, che costituiscono un importante documento storico di questo eccezionale ciclo pittorico del Mantegna.
(ASoMn, anno finanziario 1971, Spese per il restauro, pos. 3 rend., Cap. 2546).



Bibliografia:

A. Luzio, Il «Trionfo di Cesare» del Mantegna, in «Nuova Antologia», 16 luglio 1938, pp. 185-197. La copia dei “Trionfi” mantegneschi in Palazzo Ducale, in «Mantus», VII, 1, 1939, pp. 16-17; A. Barbacci, Restauri artistici a Mantova e nel Mantovano, in «Mantus», VII, 5, 1939, pp. 8-10; A. Barbacci, N. Giannantoni, Mantova: Casa di via Mazzini, 16, in «Le Arti», I, 1939, pp. 617-618; A. Luzio, Le vicende del mantegnesco «Trionfo di Cesare», in A. Luzio, R. Paribeni, Il Trionfo di Cesare di Andrea Mantegna, Roma 1940, pp. 5- 43; G. Fiocco, Il Trionfo di Cesare di Andrea Mantegna, a cura di Alessandro Luzio e Roberto Paribeni, in «Bollettino del Museo Civico di Padova», XXIX-XXX, 1939-1941 (1941), pp. 181-191; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 210 illustrazioni, Cremona, 1949; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 212 illustrazioni, Mantova 1953; G. Suitner, Documenti inediti di pittura mantovana: gli affreschi di palazzo Petrozzani, in «Quaderni di Palazzo Te», 4, 1986, pp. 25-28; G. Suitner, Scheda di catalogo in Pittura a Mantova dal Romanico al Settecento, a cura di Mina Gregori, Milano 1989, pp. 250-251; C. Pisani, Scheda di catalogo in Mantegna a Mantova 1460-1506, catalogo della mostra (Mantova, 16 settembre 2006 – 14 gennaio 2007), a cura di Mauro Lucco, Milano 2006, pp. 118-121, n. 25; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo Generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, pp. 233-236, cat. 260-273.



Elenco immagini:

1. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 260.


 

2. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 261.


 

3. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 262.


 

4. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 263.


 

5. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 264.


 

6. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 265.


 

7. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 266.


 

8. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 267.


 

9. L’opera nelle attuali condizioni conservative, cat. 268.


 

10. La Sala delle Virtù, Palazzo Petrozzani, Mantova, da Pittura a Mantova dal Romanico al Settecento, a cura di Mina Gregori, Milano 1989.


 

11. I Trionfi dopo il restauro del 1972.


 

12. I Trionfi dopo il restauro del 1972.


 

13. I Trionfi dopo il restauro del 1972.


 

14. I Trionfi dopo il restauro del 1972.