Casa Polinari

Casa Polinari




Città:
Verona

Provenienza:
Casa Polinari

Autore:
Giovanni Battista Zelotti

Titolo:

Giovanni Battista Zelotti, Cristo risorto tra san Giovanni della Croce e sant’Antonio Abate

Tecnica e misure:
pittura murale staccata, 156x139 cm

Ubicazione:
Museo degli Affreschi "G.B. Cavalcaselle"

Inventario:
inv. 4742-1B0460

Restauri:

1833 stacco di Gaetano Pasetti
1984 Romano Pedrocco e Sergio Stevanato

L’affresco viene ricondotto dalla critica al Cristo in gloria tra san Giovanni della Croce e sant’Antonio abate, citato da Luigi Trecca nel 1912 e ripreso in seguito, nel 1937, da Antonio Avena, proveniente da una casa demolita e non ben identificata, probabilmente collocata nel quartiere di santo Spirito a Verona, nei pressi del convento benedettino del rione (Repetto Contaldo 2018, p. 233). L’iconografia corrisponderebbe, infatti, a quel Salvatore tra due santi francescani, citato nelle guide di Verona di Rossi e Giro, che attribuiscono la pittura a Nicola Giolfino, riconoscendo la collocazione originale dell’affresco nella facciata della casa Portinari, posta a pochi passi da Castelvecchio (Repetto Contaldo 2018, p. 233).
La pittura fu staccata dalla facciata dell’edificio dal restauratore Gaetano Pasetti, che si occupò, nello stesso momento, di staccare anche le pitture attribuite a Michelangelo Aliprandi e Battista del Moro poste sulla facciata delle case Fortis, abbattute per permettere la costruzione della caserma di san Bartolomeo.
L’affresco proveniente dalla casa Portinari, tuttavia, entrò nelle collezioni civiche l’8 giugno del 1883 senza essere preventivamente registrato e, di lì a poco, fu collocato nei depositi del museo, dove rimase celato per numerosi decenni. L’assenza di una registrazione portò gli studiosi, per lungo tempo, a ritenerlo così perduto (Schweikhart 1973; Cova, Schweikhart, Sona 1993).
Nonostante il restauro compiuto nel 1984, la pittura rimane ancora oggi caratterizzata da una pellicola pittorica fortemente lacunosa e disgregata (fig.1), situazione da ricondurre a una già precaria conservazione dell’affresco prima dello stacco e ulteriormente compromessa dalle manovre di rimozione della fine dell’Ottocento. L’attribuzione a Nicola Giolfino viene oggi messa in discussione da Marina Repetto Contaldo, che rivede nell’aspetto stilistico delle figure un’attenzione ai modelli di Domenico Brusasorci, Paolo Farinati e Battista del Moro.

Giulia Adami



Bibliografia:

G. Trecca, Catalogo della Pinacoteca Comunale di Verona, Bergamo 1912, p. 181; G.M. Rossi, Nuova Guida di Verona e della sua Provincia, Verona 1854, p. 84; L. Giro, Sunto della storia di Verona politica, letteraria ed artistica dalla sua origine all’anno 1866 con riferimento a quella generale d’Italia susseguito da una guida per esaminare i principali monumenti e le cose più pregevoli della città, II, Verona 1869, p. 44; G. Schweikhart, Fassadenmelerei in Verona vom 14. Bis zum 20. Jahrhundert, Monaco 1973, p. 224, n. 76; M. Cova, G. Schweikhart, G. Sona, Pittura murale esterna nel Veneto. Verona e provincia, Bassano 1993, p. 50, n. 212; M. Repetto Contaldo, scheda in Museo di Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, II, Cinisello Balsamo 2018, pp. 232-233, n. 264.



Elenco immagini:

1. Giovanni Battista Zelotti, Cristo risorto tra san Giovanni della Croce e sant’Antonio Abate