Convento di san Giovanni Evangelista della Beverara (oggi Istituto Don Bosco)

Convento di san Giovanni Evangelista della Beverara (oggi Istituto Don Bosco)




Città:
Verona

Provenienza:
Convento di san Giovanni Evangelista della Beverara (oggi Istituto Don Bosco)

Autore:
Pittore veronese

Titolo:

Crocifissione

Tecnica e misure:
pittura murale staccata, 141x122 cm

Ubicazione:
Museo di Castelvecchio

Inventario:
inv. 4642-1B1083

Restauri:

1895 Gaetano Pasetti, stacco
Giovanni Pedrocco s.d.

L’opera (fig.1) fu rinvenuta nel 1895 nel giardino dell’ex convento di San Giovanni della Beverara alle regate San Zeno, durante un lavoro di scavo voluto dai Salesiani, che avevano acquistato l’edificio due anni prima (Pietribiasi 2018, p. 38). Proprio nel giardino emerse, infatti, un muro, probabilmente di età medievale, risalente alla prima struttura religiosa costruita in quel luogo. Il convento era sorto nel 1232 per ospitare la congregazione degli Umiliati e consacrato circa cento anni più tardi. La chiesa afferente all’area conventuale fu danneggiata irreparabilmente dalla piena dell’Adige del 1493 e demolita nel corso del Cinquecento, per essere poi riedificata due volte, la prima nel 1525 e la seconda nel 1746. Il convento fu definitivamente chiuso per decreto napoleonico nel 1810, con la conseguente privatizzazione degli spazi conventuali e la trasformazione della chiesa barocca in una fornace, poi divenuta una vetreria e infine un teatro (Pietribiasi 2018, p. 38). La pittura murale che rappresenta la Crocifissione fu rinvenuta insieme ad altre due raffigurazioni sacre, una Sepoltura di Cristo, forse originariamente parte dello stesso ciclo pittorico e una Madonna allattante, iconograficamente scollegata dagli altri due partimenti.
L’affresco in oggetto fu staccato da Gaetano Pasetti verosimilmente nel corso del 1896, insieme alle altre pitture murali rinvenute in loco (doc.1) e acquistato poi dal Comune di Verona l’anno successivo (doc. 1-3). Le altre scene sacre, una Madonna allattante (inv. 4643-1B1086), un Cristo morto (inv. 4625-1B1084) e una Testa di Santo (inv. 4626-1B1085) furono rimosse lo stesso anno da Gaetano Pasetti, entrando a far parte anch’esse delle collezioni civiche veronesi.
Nonostante la querelle critica riguardante l’attribuzione della pittura sia stata particolarmente vivace nella prima metà del Novecento, gli studiosi non sono riusciti a identificare un artista a cui attribuire la pittura. Tuttavia, dopo un lungo dibattito critico riguardante la datazione dell’opera (Pietribiasi 2018, p. 38), in tempi recenti gli studiosi sono arrivati a stabilire una un torno d’anni plausibile per la realizzazione dell’opera, che viene individuato nel corso della seconda metà del XIII secolo (Pietribiasi 2018, p. 39).
L’opera, sebbene conservasse ancora, al momento della riscoperta, una pellicola pittorica omogenea, che permetteva di ragionare non solo sulla composizione iconografica ma anche sulle questioni più puramente stilistiche, era caratterizzata da numerosi sollevamenti e crettature dell’intonaco, che in alcuni casi localizzati avevano portato alla perdita di piccole parti della raffigurazione (fig.1). Non essendo nota la vicenda relativa allo stacco di Pasetti, si può tuttavia supporre che l’opera presentasse già prima della rimozione una situazione conservativa compromessa dall’umidità del suolo in cui era stata interrata per secoli. Il restauro di Giovanni Pedrocco, non datato e di cui non si conservano relazioni tecniche, è analizzabile attraverso il confronto della fotografia storica (fig. 2) con l’immagine scattata dopo il restauro (fig.3). L’appianamento della superficie, il risanamento di alcune profonde spaccature dell’intonaco e il risarcimento delle lacune più inficianti, come quella presente sul lato sinistro del viso della Vergine, hanno riportato l’opera a una completa leggibilità nel visibile.

Giulia Adami



Documenti:

Doc. 1
Verona, 1 marzo 1896, Lettera alla Giunta del Comune di Verona
Elenco delle spese da sostenere per la rimozione degli affreschi di via XX Settembre n. 18 e dell’Istituto Don Bosco alle Regaste San Zeno, comprensive dei materiali per la rintelaiatura, stimate in 400 lire.
ASMC, b.1896, n. 4661

Doc. 2
Lettera del sindaco Antonio Guglielmi alla Giunta del Comune di Verona
Verona, 10 aprile 1896
Carlo Cipolla sollecita alla Giunta comunale la delibera per la rimozione di due affreschi situati rispettivamente in via XX Settembre n.18 e in una cantina dell’Istituto don Bosco sulle Regaste San Zeno. La Giunta, prima di deliberare, chiede un preventivo delle spese di rimozione e conservazione.
ASMC, b.1896, n. 4661

Doc. 3
Verona, 14 novembre 1896, Pagamento polizza delle spese di rimozione degli affreschi a Gaetano Pasetti
Concluse le operazioni di rimozione delle pitture murali, la Giunta delibera il pagamento delle spese di rimozione delle pitture di via xx settembre n.18 e dell’Istituto Don Bosco in favore del pittore Gaetano Pasetti.
ASMC, b.1896, n. 107z



Bibliografia:

L. O. Pietribiasi, scheda in Museo di Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, I, Cinisello Balsamo 2018, pp. 38-39, n. 4.



Elenco immagini:

Cristo crocifisso

1. Pittore veronese, Cristo crocifisso


 

2. Il Cristo crocifisso prima del restauro di Giovanni Pedrocco


 

3. Il Cristo crocifisso dopo il restauro di Giovanni Pedrocco