Collezione Andrea e Bortolo Monga

Collezione Andrea e Bortolo Monga


Crocifissione

Città:
Verona

Provenienza:
sconosciuta (collezione Andrea e Bortolo Monga, in museo dal 1911)

Autore:
Turone di Maxio da Camnago

Titolo:

Cristo crocifisso

Tecnica e misure:
pittura murale staccata, 39x39,5 cm

Ubicazione:
Museo di Castelvecchio

Inventario:
inv. 140-1B2135

Restauri:

1999 Tagliapietra

L’opera (fig.1) è annoverata nelle collezioni dei Musei Civici di Verona dal 1911, grazie alla donazione dei collezionisti Andrea e Bortolo Monga. Si tratta di un piccolo lacerto di pittura murale di provenienza incerta, di cui non si conosce la data di stacco e il nome dell’operatore che ha eseguito la rimozione. Il profilo frastagliato dell’opera permette di leggere solamente il volto sofferente del Cristo in croce che ha portato la critica a riconoscere la mano di Turone di Maxio, grazie al confronto con la Crocifissione posta sopra la porta d’ingresso della chiesa di san Fermo Maggiore (Sandberg Vavalà 1926, p. 138).
L’opera fu sottoposta a un intervento di restauro alla fine degli anni Novanta, realizzato da Maurizio Tagliapietra, di cui rimane conservata una dettagliata relazione nell’archivio del museo (Tagliapietra 1999). Dopo lo stacco, al lacerto era stato applicato un supporto semirigido (fig.2) formato da una fitta rete metallica inchiodata a un telaio ligneo (fig.3), fatto aderire all’intonaco mediante uno strato di malta a base di cascato di calce e resina vinilica. Questi materiali, soggetti a un rapido deperimento, hanno mostrato problemi di polverizzazione all’analisi preventiva del restauratore, creando un difetto di adesione del supporto (fig.4).
L’intervento ha dunque previsto il fissaggio di un velatino di cotone (fig.5), fatto aderire con la colla animale, alla pellicola pittorica per salvaguardarla da eventuali cadute durante le procedure di restauro. In seguito, è stato rimosso il supporto, con una conseguente pulitura dai residui di collante (fig.6). L’intonaco è stato poi fatto aderire alle nuove tele con una resina acrilica (fig.7), utilizzata anche per incollare le tele al nuovo supporto rigido. Rispetto al vecchio supporto impiegato, la nuova struttura prevedeva una sottile e leggera lastra di alluminio e uno strato di polistirolo, inserito tra le tele e il nuovo supporto metallico.
Terminate le operazioni meccaniche sul supporto e rimosso il velatino di protezione, il restauratore ha proseguito con una pulitura della pellicola pittorica, utilizzando l’ammonio bicarbonato. Le stuccature delle crepe dell’intonaco sono state realizzate con una malta a base di calce e sabbia. Solo al termine della stuccatura il restauratore ha eseguito i ritocchi pittorici. Per quanto riguarda le zone lacunose dell’opera, è stato eseguito un reintegro a malta neutra, realizzata con la miscela di calce e polvere di marmo, legate con la resina acrilica Primal (fig.8).


Giulia Adami



Bibliografia:

E. Sandberg Vavalà, La pittura veronese del Trecento e del primo Quattrocento, Verona 1926, pp. 138- 352; T. Franco, scheda in Museo di Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, I, Cinisello Balsamo 2018, p. 67, n. 33.



Elenco immagini:

Crocifissione

1. Turone di Maxio da Camnago, Cristo crocifisso


 

2. La pittura riportata su tela dopo la rimozione dal supporto murale


 

3. Il retro del telaio che ha accolto la pittura dopo lo stacco


 

4. Difetti di adesione della pittura al supporto


 

5. Applicazione del velatino sul retro del supporto


 

6. Il retro della pittura staccata


 

7. Incollaggio della nuova tela sul retro della pittura durante il restauro del 1999


 

8. L’opera dopo il restauro del 1999