Casa Ruggero

Casa Ruggero




Città:
Mantova

Provenienza:
Mantova, casa Ruggero (fino al 1901); Mantova, palazzo Ducale (dal 1901 al 1912); Mantova, palazzo Accademico (dal 1912 al 1915-1923); Mantova, palazzo Ducale (dal 1915-1923 al 2004); Mantova, palazzo di San Sebastiano (dal 2004).

Autore:
Artista veronese, 1480-1490 ca

Titolo:

Madonna col Bambino

Tecnica e misure:
pittura murale strappata e montata su alveolare, 178x87,9 cm

Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale

Inventario:
inv. generale 11509

Restauri:

1901 stacco dell’opera, estrattista ignoto
1901 restauro di Arturo Gilioli (?);
1972 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, anno finanziario 1971, Spese per il restauro, pos. 3 rend., Cap. 2546);
1994 restauro di Bottura, scheda OA, 1997

L’opera (fig.1) viene attribuita variamente ad Antonio da Pavia, ad Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone (Ozzola 1946, p. 8 n. 16), a Vincenzo Foppa (Ozzola 1949, n. 73; 1953, n. 73) o alla sua cerchia (Perina 1961, p. 357 nota 90), il lacerto con la Madonna col Bambino, raffigurante la Vergine in trono mentre allatta al seno scoperto il figlio – secondo un’iconografia poi vietata dal Concilio tridentino, che proibiva la nudità delle figure sacre – è stato recentemente ricondotto all’area veneta da Bertelli (Bertelli 2005, p. 112) e da L’Occaso, che riconosce nel frammento una possibile mano veronese (riscontrando affinità con Domenico Morone) degli anni Ottanta/Novanta del Quattrocento (L’Occaso 2011, p. 116).
Il frammento è stato identificato sempre da L’Occaso come l’affresco «rappresentante una Madonna col Bambino del 200 [sic] circa, cerchiato di ferro, trasportabile», così indicato in un inventario del 1867 dei beni dell’oratorio di San Francesco di Sales fondato per le Orsoline di Mantova, in via Goito (ASMn, Intendenza di Finanza, fondo 41, b. 378; cfr. L’Occaso 2007, p. 93); lo studioso aggiunge che, grazie ad ulteriore documentazione relativa ai beni dell’istituto, è stato possibile datare lo strappo della pittura murale al 1901, quando è descritto in una relazione da Patricolo (ASMn, Sc, b. 188, fasc. 14), che attribuirebbe lo strappo ad Arturo Gilioli (Patricolo 1904, p. 57). La pittura, pertanto, poteva trovarsi in origine nella casa Ruggero, all’epoca limitrofa al convento e poi inglobata dallo stesso.
Il frammento è destinato nel 1912 al Museo Civico di Mantova, dove giunge il 9 novembre. La ricevuta del 21 novembre, firmata dal sindaco di Mantova, porta l’indicazione che “tale affresco è ancora unito all’intonaco non essendo stato completato lo strappo”. Entro il 1923 la pittura giunge in palazzo Ducale e nel 2004 è trasferita nel Museo della Città nel palazzo di San Sebastiano (L’Occaso 2011, p. 116).
Il lacerto viene restaurato nel 1972 all’interno di una campagna di restauro di più frammenti di affreschi staccati di proprietà del Palazzo Ducale, condotta da Assirto Coffani; gli affreschi, strappati «da chiese ed edifici mantovani, demoliti o trasformati, e dall’interno del Palazzo Ducale», si trovavano in uno stato di conservazione «assai precario», «con la superficie pittorica alterata da muffe e salnitro e in vaste zone anche sollevata dal suo supporto» (doc. 1). Si ritenne perciò necessaria una serie di operazioni di ripristino, tra le quali «consolidamento degli affreschi, pulitura della superficie pittorica con eliminazione di ogni materia estranea, intonazione delle lacune, rimozione dei vecchi supporti in tela applicati su telai in legno e riporto su telai rigidi in metallo leggero» (doc. 2).
La pittura murale, come suggerito da Carlo Bertelli, poteva probabilmente decorare l’esterno di casa Ruggero (Bertelli 2005, p. 112); dando credito a questa ipotesi, potremmo così spiegare le precarie condizioni conservative, anche attuali, dell’affresco. Esibita all’esterno come pittura devozionale, infatti, la Madonna col Bambino sarebbe stata esposta all’aria e alle intemperie, e questa situazione avrebbe comportato il successivo strappo e la conservazione in un luogo riparato, così come emerge dalla storia documentale del dipinto. Una serie di fotografie storiche, riconducibili probabilmente alla fase antecedente l’intervento di Coffani, dimostra in effetti una situazione piuttosto precaria, con numerose cadute di colore e incisioni su tutta la superficie della pittura (figg. 2-3); soltanto dopo gli interventi del 1972 e del 1994, ad opera di Bottura, l’immagine avrebbe riacquisito la sua completa leggibilità, soprattutto nelle zone del volto e del manto della Vergine, nonché del trono e dell’ambiente circostante (figg. 4-6).

Elisa Perina



Documenti:

Doc.1
Mantova, 14 maggio 1970. Perizia di spesa preventiva firmata dal Soprintendente Giovanni Paccagnini

Gli affreschi sopra elencati furono rimossi nella seconda metà del secolo scorso, o all’inizio di questo, da chiese ed edifici mantovani, demoliti o trasformati, e dall’interno del Palazzo Ducale. Si tratta di opere che hanno un notevole interesse per la storia della pittura murale a Mantova nei secoli XV e XVI, il cui stato di conservazione è però assai precario. Gli affreschi si presentano infatti con la superficie pittorica alterata da muffe e salnitro e in vaste zone anche sollevata dal suo supporto. È pertanto indispensabile eliminare dai predetti affreschi tutte le materie estranee che provocano il progressivo deterioramento e infine applicare i medesimi su supporti rigidi in metallo leggero, appositamente studiati per la conservazione degli affreschi staccati.
ASoMn, anno finanziario 1971, Spese per il restauro, pos. 3 rend., Cap. 2546

Doc.2

Mantova, 15 gennaio 1972. Fattura inviata da Assirto Coffani alla Soprintendenza alle Gallerie di Mantova

MANTOVA – Museo del Palazzo Ducale:
Restauro dei seguenti affreschi e frammenti di affreschi staccati:
[…]
– Madonna in trono col Bambino poppante, fine sec. XV
mt. 1,75 x 0,90;
[…]
Operazioni eseguite: consolidamento degli affreschi, pulitura della superficie pittorica con eliminazione di ogni materia estranea, intonazione delle lacune, rimozione dei vecchi supporti in tela applicati su telai in legno e riporto su telai rigidi in metallo leggero.
Spesa complessiva: L. 2.800.000.
ASoMn, anno finanziario 1971, Spese per il restauro, pos. 3 rend., Cap. 2546



Bibliografia:

A. Patricolo, La Conservazione del Palazzo Ducale e dei Monumenti della Provincia di Mantova dal 1° apri le 1898 a tutto settembre 1903, Mantova 1904, p. 57; L. Ozzola, La Galleria del Palazzo Ducale di Mantova, Mantova 1946, p. 8, n. 16; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 210 illustrazioni, Cremona, 1949, n. 73; L. Ozzòla, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 212 illustrazioni, Mantova 1953, n.73; C. Perina, La pittura, in E. Marani, C. Perina, Mantova. Le arti, II, Mantova 1961, p. 357, nota 90; C. Bertelli, Esempi di pittura a Mantova tra Quattrocento e Cinquecento, in Mantova. Il museo della città, a cura di S. Benetti, G. M. Erbesato, C. Pisani, Milano 2005, pp. 101-121.



Elenco immagini:

1. La Madonna col Bambino nelle attuali condizioni conservative.


 

2. La Madonna col Bambino dopo lo stappo del 1901.


 

3. La Madonna col Bambino prima degli interventi di restauro.


 

4. La Madonna col Bambino dopo l’intervento di restauro del 1972.


 

5. La Madonna col Bambino dopo l’intervento di restauro.


 

6. La Madonna col Bambino dopo l’intervento di restauro del 1994.