Convento dei Teatini a San Nicolò, poi Scuola Elementare Gregorio Segala

Convento dei Teatini a San Nicolò, poi Scuola Elementare Gregorio Segala




Città:
Verona

Provenienza:
Convento dei Teatini a San Nicolò, poi Scuola Elementare Gregorio Segala

Autore:
Nicola Giolfino

Titolo:

Allegorie delle Arti Liberali

1. Allegoria della Musica, pittura murale staccata, 80 x 100 cm, inv. 1319-1B549
2. Allegoria della Dialettica, pittura murale staccata, 89 x 91 cm, inv. 1320-1B550
3. Allegoria della Retorica, pittura murale staccata, 93 x 92 cm, inv. 1321-1B547
4. Allegoria della Grammatica, pittura murale staccata, 69 x 95 cm, inv. 1322-1B562
5. Allegoria della Geometria, pittura murale staccata, 69 x 95 cm, inv. 1323-1B563
6. Allegoria dell’Astronomia, pittura murale staccata, 95 x 100 cm, inv. 1324-1B546
7. Allegoria dell’Aritmetica, pittura murale staccata, 95 x 100 cm, inv. 1325-1B548

Ubicazione:
Museo di Castelvecchio

Restauri:

1962, Giovanni Pedrocco (figg. 2,4,6,8,10,12,14)
2003 Francesca Mariotto (Allegoria della Dialettica)
2006 Francesca Mariotto (Allegoria della Retorica, Allegoria dell’Astronomia)
2007 Francesca Mariotto (Allegoria della Musica, Allegoria della Grammatica, Allegoria della Geometria, Allegoria dell’Aritmetica; doc.9)

Le Allegorie delle Arti Liberali (Repetto 2010, p.381, cat.284) furono scoperte casualmente nel maggio del 1873 in una stanza dell’ex caserma austriaca di S. Nicolò, durante i lavori che la trasformarono in scuola comunale (doc.1; Gattoli 2002-03, p.133; Repetto 2010, p.381, cat.284; Molteni 2016, p.118; Passarini 2018-19, p.101). Gli affreschi, all’interno di semplici medaglioni, affiorarono sotto numerosi strati di calce. Giudicati meritevoli di essere salvati, furono staccati e trasferiti nel Museo Civico di Verona.
Nonostante le numerose «aspersioni di acqua», che avevano subito «improvidamente per farle ammirare […] dai curiosi» (doc.2; Repetto 2010, p.381, cat.284; Molteni 2016, p.119, Passarini, 2018-19, p.102), le pitture, attribuite in un primo momento da alcuni al Caroto e da altri al Cavazzola, apparivano di buona qualità. Fu Carlo Alessandri, conservatore del Museo Civico, a consigliare il loro stacco, poiché una volta pulite dall’ultimo strato di calce, sarebbero tornate pienamente leggibili. L’intervento, poco dispendioso per la piccola dimensione delle «armature necessarie a ciascun medaglione» (doc.2; Repetto 2010, p.381, cat.284; Molteni 2016, p.119, Passarini, 2018-19, p.102), venne affidato a Pietro Nanin, che a partire dal 1873 svolse l’attività di estrattista per conto del Museo Civico, occupandosi del “lievo” di numerosi affreschi.
La somma richiesta dall’artista per lo stacco e il trasporto delle Allegorie venne stimata in 600 lire, calcolando sia le spese per le armature necessarie a ciascun frammento che l’esecuzione dell’intervento stesso (doc.3; Repetto 2010, p.381, cat.284; Molteni 2016, p.119, Passarini 2018-19, p.103). L’operazione, avviata il 27 maggio 1873, si concluse, secondo quanto testimoniato dallo stesso Nanin, il 7 luglio, quando le Allegorie vennero trasferite all’interno del museo, «in piena veduta originale, senza alcun ritocco» (doc.4; Passarini 2018-19 p.104). Il 25 luglio Carlo Alessandri, giudicando modestissima la somma di 600 lire domandata da Nanin, assicura il sindaco Camuzzoni che il trasporto dei dipinti è andato a buon fine, osservando scrupolosamente le condizioni imposte, cioè la «solidità delle armature» e il «divieto di permettersi il più innocente ritocco» (doc.6; Repetto 2010, p.381, cat.284; Molteni 2016, p.119; Passarini 2018-19, p.106).
Nel 1899 gli affreschi furono collocati nella XII sala della Pinacoteca (Baedeker 1899, p. 173); mentre nel 1912, in seguito al riallestimento promosso da Giuseppe Gerola, vennero spostati lungo la scala d’ingresso (Trecca, 1912, p.189). Nel 1937 gli affreschi si trovano a Castelvecchio nella Sala Murari, la XX sala al secondo piano (Avena, 1937, p.19). Nel 1947 sono esposti nella mostra “Capolavori della pittura veronese” (Avena, 1947, pp. 6-7, cat. 11-17). Anche se non è documentato nessun restauro, è probabile che in occasione della mostra le Allegorie fossero state restaurate: il catalogo ricorda in generale i restauri ai dipinti, eseguiti dal prof. Guido Gregorietti con la collaborazione dei pittori Colombarolli Giuseppe, Manzini Mario e Nalin Pietro. Fra il 1953 e il 1955 sono documentate nella IX sala, dedicata alla Provincia di Verona (Simeoni, 1953, p.128; Avena,1954, p.10; Tessari, 1955, p.54). In seguito alla mostra “Da Altichiero a Pisanello”, vennero esposte nel salone al secondo piano della Reggia (fig.1).
Nonostante le assicurazioni di Carlo Alessandri, in realtà gli affreschi furono pesantemente manomessi, come testimoniano alcune fotografie scattate da Giovanni Pedrocco in occasione del restauro del 1960, durante il quale furono rimosse numerose ridipinture (Molteni 2016, p.119, Passarini 2018-19, p.74): le Allegorie (figg. 3,5,7,9,11,13,15), caratterizzate da cadute di pellicola pittorica e da una superficie scura e lesionata, presentavano estese integrazioni e un degrado generale.
Lo stato conservativo degli affreschi e i rifacimenti eseguiti da Nanin resero inevitabilmente difficile la lettura delle opere. Nella relazione contenuta all’interno del Bollettino Ufficiale del Ministero dell’Istruzione Pubblica, Bernardini le descrive come cinque figure allegoriche, accompagnate da altri due affreschi «così manomessi e rovinati che mal se ne può giudicare» (Bernardini 1902, pp.1413-1414). Per molto tempo, inoltre, la Dialettica venne interpretata dagli studiosi come un’allegoria della Poesia: il serpente che la caratterizzava era stato infatti trasformato in un cigno, dando adito a questa interpretazione.
Fu solo nel 1990 che Marina Repetto riuscì a riconoscere negli affreschi la serie delle Arti Liberali (Repetto 1990, p.44), costituita da Grammatica, (fig.2), Dialettica (fig.4), Retorica (fig.6), Geometria (fig.8), Aritmetica (fig.10), Astronomia (fig.12) e Musica (fig.14). Un’interpretazione corretta, confermata anche da un disegno di Giolfino (fig.16) conservato al Louvre, in cui compaiono le Arti all’interno di semplici medaglioni, accompagnate dal nome di ciascuna disciplina (Cordellier 2005, p.20). Le Arti liberali sono raffigurate secondo l’iconografia fissata all’interno del romanzo le Nozze di Filologia e Mercurio scritto nel V secolo da Marziano Capella. La Grammatica è rappresentata con la lima, il falcetto e il calamaio; la Dialettica con un serpente in mano e i capelli intrecciati in un’elaborata acconciatura; la Retorica come una bellissima guerriera, con spada, scudo ed elmo; la Geometria tiene in mano una verga e la sfera; l’Aritmetica è intenta a contare velocemente con le dita, mentre dalla sua fronte scaturiscono raggi luminosi; l’Astronomia è raffigurata con le ali, la sfera armillare e i capelli cosparsi di stelle; e infine la Musica che canta accompagnandosi col salterio, il volto cinto da una corona d’alloro. Molto probabilmente gli affreschi decoravano una casa cinquecentesca, che venne successivamente inglobata all’interno di San Nicolò; le Allegorie furono quindi imbiancate e nascoste sotto strati di calce. Quasi certamente la casa in questione apparteneva alla famiglia Prandini, che possedeva alcuni terreni edificati nei pressi dell’Arena.
Nel corso del primo decennio del Duemila, gli affreschi sono stati restaurati da Francesca Mariotto. La superficie dipinta presentava «un generale scurimento, causato da depositi polverosi e dalla presenza di un fissativo ingiallito» (doc.9; Passarini 2018-19, p.109); la pellicola pittorica era molto abrasa, con ridipinture e stuccature in gesso ormai alterate. Le opere sono state consolidate al supporto attraverso l’uso di emulsione acrilica; successivamente sono state eseguite le operazioni di pulitura e di stuccatura (figg.17,19,21,23,25,27) Infine, la reintegrazione pittorica, eseguita ad acquerello con tecnica a puntini e velature, ha restituito continuità cromatica agli affreschi (figg.18,20,22,24,26,28).

Lia Passarini



Documenti:

Doc.1
Verona, 2 maggio 1873. Lettera del Municipio di Verona alla Conservazione del Museo Civico di Verona

Il Municipio di Verona informa Carlo Alessandri che, durante i lavori di trasformazione della caserma austriaca di San Nicolò in scuola comunale, sono stati rinvenuti dei dipinti e chiede al conservatore di effettuare un sopralluogo, indicando le procedure necessarie per metterli in salvo.
ASMC, b. 1871-1877, fasc. 1873

Doc.2
Verona, 4 maggio 1873. Lettera della Conservazione del Museo Civico di Verona al Municipio di Verona

Carlo Alessandri invia al Municipio di Verona una relazione sullo stato conservativo degli affreschi, suggerendo al Municipio di intervenire con uno stacco. I dipinti vengono descritti come «sei medaglioni circondati da una larga ghirlanda di fiori», rappresentanti «mezze figure emblematiche di grandezza dal vero raffiguranti l’Astronomia, la Matematica, la Musica etc.». Carlo Alessandri riconosce il loro pregio e assicura che lo stacco non sarà costoso, poiché «il Capo Mastro Fraizzoli che dirigge quella fabbrica non è nuovo in simili lavori avendo felicemente eseguito il lievo dell’affresco Bernasconi e dei due del Tribunale».
ASVr, Archivio del Comune, 1873-1874, serie XXII/13

Doc.3
Verona, 27 maggio 1873. Lettera di Pietro Nanin a Carlo Alessandri

Pietro Nanin accetta di eseguire lo stacco e il trasporto degli affreschi, dietro un compenso di 600 lire. Dopo aver eseguito un sopralluogo, il pittore descrive gli affreschi come «sei tablò rotondi di dimensione circa un metro quadrato» «più un piccolo ritaglio d’altro mutilato», riconoscendo in essi un capolavoro di Nicolò Giolfino.
ASVr, Archivio del Comune, 1873-1874, serie XXII/13

Doc.4
Verona, 7 luglio 1873. Lettera di Pietro Nanin al Municipio di Verona

Pietro Nanin informa la Giunta Municipale di aver concluso il trasferimento degli affreschi all’interno del museo, chiedendo che siano avviate le pratiche di riscontro per procedere al pagamento pattuito.
ASVr, Archivio del Comune, 1873-1874, serie XXII/13

Doc.5
Verona, 16 luglio 1873. Lettera del Municipio di Verona alla Conservazione del Museo Civico di Verona

Il Sindaco Giulio Camuzzoni invia a Carlo Alessandri la specifica prodotta da Nanin in seguito al trasporto degli affreschi, chiedendo al conservatore di esprimere un parere sul lavoro eseguito da Nanin e sul compenso richiesto dall’artista.
ASMC, b. 1871-1877, fasc. 1873

Doc.6
Verona, 25 luglio 1873. Lettera della Conservazione del Museo Civico di Verona al Municipio di Verona

Carlo Alessandri assicura il Sindaco Giulio Camuzzoni che tutte le operazioni sono state eseguite alla perfezione e che la somma richiesta da Nanin è modestissima. Carlo Alessandri ricorda al Sindaco che la somma di 600 lire era stata accordata, dietro verbale autorizzazione, dall’Assessore Cav. Turella e che non comprende la spesa del lavoro eseguito dal muratore. I sette affreschi sono collocati provvisoriamente in una sala della Pinacoteca Civica.
ASVr, Archivio del Comune, 1873-1874, serie XXII/13

Doc.7
Verona, 26 luglio 1873. Lettera del Municipio di Verona alla Conservazione del Museo Civico di Verona
Il Sindaco Giulio Camuzzoni informa la Conservazione del Museo Civico di aver ricevuto il parere di Carlo Alessandri riguardo gli affreschi trasportati al museo e chiede il rinvio della specifica prodotta da Nanin per poter procedere al suo pagamento.
ASMC, b. 1871-1877, fasc. 1873

Doc.8
Verona, 31 luglio 1873. Lettera della Conservazione del Museo Civico di Verona al Municipio di Verona

Carlo Alessandri informa il Municipio di Verona di non aver ricevuto la specifica, senz’altro «dimenticata […] fra le carte d’ufficio» e sollecita il pagamento di 600 lire a Nanin.
ASVr, Archivio del Comune, 1873-1874, serie XXII/13

Doc.9
Verona, 9 aprile 2009. Relazione finale di restauro scritta da Francesca Mariotto

Francesca Mariotto descrive lo stato conservativo degli affreschi e i principali interventi di restauro. Ciascun frammento era montato su un pannello ligneo, attraverso un sottile strato di malta di restauro. I supporti presentavano fenditure e lacune di intonaco; «la malta di restauro stesa lungo il perimetro dei frammenti risultava non più idonea dal punto di vista estetico presentando disomogeneità di stesura e livello». Il degrado della superficie dipinta consisteva invece in un «generale scurimento causato da depositi polverosi e dalla presenza di un fissativo ingiallito». La sottostante pellicola pittorica era molto abrasa e presentava ridipinture ormai alterate. Infine, numerose lacune erano prive di stuccatura con la malta di supporto lasciata a vista. Durante l’intervento di restauro sono stati eseguiti dei consolidamenti locali con emulsione acrilica, per migliorare l’adesione dell’affresco al supporto. Le operazioni di pulitura, eseguite con «tamponcini inumiditi di soluzione di carbonato d’ammonio alternati a tamponcini inumiditi in diluente nitro» e «brevi impacchi su kleenex», hanno permesso di rimuovere i depositi polverosi e gli strati di fissativo. Successivamente, le lacune sono state stuccate con una malta «a base di sabbia, polvere di marmo e grassello di calce». Infine, è stata eseguita la reintegrazione pittorica ad acquerello «con tecnica a puntini all’interno delle stuccature e a velature nelle zone di disomogeneità cromatica dell’affresco».
ASMC



Bibliografia:

A. Avena, Il Museo di Castelvecchio a Verona, Roma 1937, p.19; A. Avena, Capolavori della pittura veronese, catalogo della mostra, Verona 1947, pp. 6-7, cat.11-17. A. Avena, Il Museo di Castelvecchio a Verona, Roma 1954, p.10; K. Baedeker, Italie septentrionale jusqu’à Livourne, Florence et Ravenne. Manuel du voyageur, Leipzig-Paris 1899, p.173. G. Bernardini, La collezione dei quadri nel Museo Civico di Verona, in “Bollettino Ufficiale del Ministero della Istruzione Pubblica”, supplemento al n.31, XXIX, Roma 1902, pp. 1359-1448; D. Cordellier, in De la Renaissance à l’Age baroque. Une collection de dessins italiens pour les musèes de France, catalogo della mostra, a cura di D. Cordellier, Paris 2005, p.20, cat.5. C. Gattoli, Pietro Nanin, tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, a.a. 2002-03, pp. 132-133; M. Molteni, Per la storia del restauro a Verona: Pietro Nanin e la riscoperta ottocentesca degli affreschi del Duomo, Treviso 2016, pp. 118-120.
L. Passarini, Le allegorie ritrovate: la scoperta, lo stacco e il restauro degli affreschi di Giolfino, tesi di laurea, relatore prof.ssa Monica Molteni, Università degli Studi di Verona, a.a. 2018-19; M. Repetto, Nicola Giolfino, (calendario della Banca Popolare di Verona), Verona 1990, pp. 43-45; M. Repetto, scheda in Museo di Castelvecchio, Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, I, Milano 2010, pp. 381-384, cat.284; L. Simeoni, Verona. Guida storico-artistica della Città e Provincia. Nuova edizione riveduta e aggiornata, a cura di Ugo Zannoni, Verona 1953, p.128; U.G. Tessari, Castelvecchio, Verona 1955, p.54; G. Trecca, Catalogo della Pinacoteca Comunale di Verona, Bergamo 1912, p.189.



Elenco immagini:

1. Salone al secondo piano del Museo di Castelvecchio nella sistemazione successiva alla mostra Da Altichiero a Pisanello, 1958


 

2. Allegoria della Grammatica, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

3. Allegoria della Grammatica in una fotografia precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

4.Allegoria della Dialettica, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

5. Allegoria della Dialettica in una fotografia precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

6. Allegoria della Retorica, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

7. Allegoria della Retorica in una fotografia preedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

8. Allegoria della Geometria, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

9. Allegoria della Geometria in una fotografia precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

10. Allegoria dell’Aritmetica, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

11. Allegoria dell’Aritmetica in una fotograifa precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

12. Allegoria dell’Astronomia, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

13. Allegoria dell’Astronomia in una fotograifa precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

14. Allegoria della Musica, fotografia delle odierne condizioni conservative


 

15. Allegoria della Musica in una fotografia precedente il restauro di Giovanni Pedrocco


 

16. Les Arts libéraux. Recto del disegno attribuito a Giolfino, eseguito a penna e a inchiostro grigio acquerellato su carta azzurra


 

17. Allegoria della Grammatica dopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

18. Allegoria della Grammatica a restauro ultimato


 

19. Allegoria della Retorica dopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

20. Allegoria della Retorica a restauro ultimato


 

21. Allegoria della Geometria dopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

22 Allegoria della Geometria a restauro ultimato


 

23. Allegoria dell’Aritmeticadopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

24. Allegoria dell’Aritmetica a restauro ultimato


 

25. Allegoria della Musica dopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

26. Allegoria della Musica a restauro ultimato


 

27. Allegoria dell’Astronomia dopo le operazioni di pulitura eseguite da Francesca Mariotto


 

28. Allegoria dellAstronomia a restauro ultimato